Repubblica Ceca
Superficie:
78.866 Km²
Abitanti:
10.216.000
Densità:
130 ab/Km²
Forma di governo:
Repubblica parlamentare
Capitale:
Praga (1.169.000 ab.)
Altre città:
Brno 369.500 ab., Ostrava 313.000 ab., Plzen
164.200 ab., Olomouc 101.300 ab.
Gruppi etnici:
Cechi 90,5%, Moravi 3,5%, Slovacchi 2%,
Polacchi, Tedeschi, Romeni, Slesiani ed altri 4%
Paesi confinanti:
Polonia a NORD, Germania a NORD ed OVEST,
Austria e Slovacchia a SUD
Monti principali:
Monte Snezka 1602 m
Fiumi principali:
Moldava (Vltava) 433 Km, Elba (Labe) 370 Km
(tratto ceco, totale 1165 Km)
Laghi principali:
Lipno (artificiale) 48,7 Km²
Isole principali:
-
Clima:
Continentale temperato
Lingua:
Ceco (ufficiale), Slovacco, Polacco,
Tedesco, Romeno
Religione:
Atei/Non religiosi 59%, Cattolica 27%,
Chiesa evangelica ceca 2%, Hussiti 2%, altro 10%
Moneta:
Corona ceca
CENNI STORICI
La Boemia e la Moravia furono abitate fin dal vi-v secolo a.C. da stirpi di
origine celtica, i Boi. All'inizio dell'era cristiana la stirpe germanica dei
Marcomanni invase quei territori e, a partire dal vi secolo d.C. tribù slave
provenienti dalla Transcarpazia occuparono a loro volta quelle regioni creando
uno Stato che venne chiamato col nome di Boemia. Contemporaneamente vi penetrava
il cristianesimo apportando le prime influenze della cultura occidentale, specie
di quella carolingia. Nel IX secolo due missionari cristiani provenienti da
Salonicco, Cirillo e Metodio, evangelizzarono con la lingua slava le tribù boeme
e morave, riunite allora nel regno della Grande Moravia, alle quali essi diedero
la prima scrittura slava.
All'inizio del x secolo, Venceslao, principe cristiano della Boemia, fu ucciso
dal fratello Boleslao I, che cercava di ottenere legami più saldi con il mondo
germanico. Questa vicinanza ne segnò profondamente istituzioni e costumi.
Divenuta feudo imperiale e ottenuta la dignità regia nel 1085, la Boemia si
sviluppò nell'ambito del Sacro romano impero, pur mantenendo privilegi
particolari. Nei primi secoli del nuovo millennio la dinastia dei Přemyslidi, in
Boemia, giocò una politica di espansione attraverso conquiste territoriali e
rivendicazioni di eredità, tanto che re Přemysl Otakar
I alle alla fine del X
secolo tentò la scalata al trono imperiale.
Gli venne preferito Rodolfo, un principe d'Asburgo. La Boemia, sotto il regno di
Přemysl Otakar Venceslao II, riuscì a riprenderli, grazie soprattutto alla
florida agricoltura e alle ricche miniere d'argento.
Estintasi per linea maschile la dinastia dei Přemyslidi nel 1306, la nobiltà
boema chiamò al trono Giovanni di Lussemburgo. II figlio Carlo, che gli
succedette, rivelò gran tempra: nel 1355 riuscì a farsi eleggere imperatore col
nome di Carlo IV,
si adoperò a rafforzare l'autorità dell'impero, promulgando la Carta d'Oro' che
stabilì per più di quattro secoli la costituzione del Sacro romano impero
germanico. Carlo IV rafforzò i legami con la Moravia e incoraggiò il commercio,
facendo di Praga il crocevia tra nord e sud, tra est e ovest dell'Europa. La
città divenne uno dei maggiori centri intellettuali, e la sua università,
fondata nel 1348, luogo di grande prestigio culturale. L'arcivescovado, creato
quasi contemporaneamente, sottrasse definitivamente il clero boemo alla
giurisdizione dei vescovi tedeschi.
In Boemia ebbe origine uno dei più gravi turbamenti della storia della
cristianità, la protesta religiosa di Jan Hus. Professore e poi rettore
dell'università di Praga, si impose di purificare la Chiesa dai suoi scandali,
contrapponendo alle ricchezze del clero la povertà evangelica. La sua
predicazione assumeva rilevanza sociale poiché alla protesta religiosa univa
quella contro le differenze tra l'elemento tedesco, ricco e cittadino, e quello
ceco, contadino ed economicamente meno presente. Condannato dal Concilio
ecumenico di Costanza, venne inviato al rogo il 6 luglio del 1415. La notizia
del martirio suscitò a Praga e in Boemia un'indignazione generale. Le
sollevazioni popolari e le cosiddette guerre hussite durarono sino al 1434. L'hussiitismo
cementò l'identità nazionale del popolo ceco, ma determinò l'isolamento politico
della Boemia. Estintasi con Sigismondo la dinastia dei Lussemburgo, il periodo
successivo fu dominato dalla figura di Giorgio di Poděbrady (1458-71) che tentò,
riuscendovi, di combattere gli estremismi sociali e religiosi, e, fallendo, di
riconciliare la Boemia con Roma. Anzi, scomunicato dal papa, fu costretto dal
genero Mattia Corvino, re d'Ungheria, a cedere la Moravia, che per qualche tempo
fu annessa alla corona di Santo Stefano.
Stretto tra la Chiesa di Roma e l'impero, Giorgio di Poděbrady propose come
successore un principe cattolico polacco, Vladislao Jagellone (1471-1519), che
inaugurò la dinastia jagellonica; questa portò a termine l'opera di
riconciliazione con la Chiesa e con il resto d'Europa. Vladislao e suo figlio
Luigi, di stretta osservanza cattolica, suscitarono proteste e discordie
religiose; tuttavia, quando nel 1526 Luigi morì combattendo contro i turchi a
Mohàcs, la nobiltà boema elesse a proprio sovrano l'arciduca Ferdinando
d'Austria, fratellodi Carlo V d'Asburgo.
Con la guerra dei trent'anni gran parte della nobiltà venne uccisa o costretta a
fuggire; il cattolicesimo fu imposto e la lingua tedesca equiparata al ceco. A
questo si sommarono gli orrori della guerra, che si svolse in gran parte in
territorio boemo: la popolazione e fu decimata, cancellata la ricchezza del
paese; il ceto dirigente venne a mancare, sostituito da una nobiltà straniera:
austriaca, tedesca, italiana e spagnola.
Dal punto di vista politico, tuttavia, gli ideali di un regno indipendente, non
più sostenuti da una nobiltà autoctona, venivano a mancare. La cultura nazionale
fu spazzata via: la storia politica e culturale della Boemia si fondeva sempre
di più con il destino delle terre asburgiche; iniziava il periodo dell'oscurità,
dalla quale sarebbe uscita solo a partire da metà '700 con le riforme
illuministiche di Maria Teresa e Giuseppe II.
La seconda metà del '700 fu un'epoca di rinascita soprattutto culturale. In
mancanza di un centro di potere autoctono, furono gli intellettuali a prendere
in mano il destino e la responsabilità del paese, una costante che
caratterizzerà la Boemia sino ai giorni nostri. Le riforme teresiane e
giuseppine favorirono una vigorosa ripresa culturale con la creazione di scuole
e università, ma ridussero le ultime vestigia dell'autonomia del regno. Nel 1749
l'imperatrice Maria Teresa trasportò a Vienna la cancelleria di Boemia, aprendo
poi la strada a un'effettiva unione statale boemo-austriaca. Anche
l'amministrazione si germanizzò,tanto che accanto agli intellettuali fu la
nobiltà a schierarsi contro Maria Teresa, e ancor di più contro Giuseppe II
(1780-89) nella difesa delle antiche istituzioni. La Rivoluzione francese chiuse
questa fase acuta del riformismo centralizzatore giuseppino.
II XIX secolo vide la trasformazione del Sacro romano impero in Impero d'Austria
(1806). Francesco I d'Asburgo volle così staccarsi virtualmente dalla Germania.
I particolarismi nazionali perduravano, ma privati sempre più del loro valore:
tutto partiva dall'imperatore per poi tornare a lui. In tale contesto nacque un
movimento che elaborò un'ideologia nazionale fondata sulla riscoperta delle
origini slave della nazione ceca e sulla rivendicazione degli antichi diritti.
La sconfitta delle rivoluzioni del 1848 decretò anche la fine della politica
austroslava dello storico František Palacký
(1798-1876).
Nacque un'Austria centralistica ma la crisi del 1866 e la vittoria della Prussia
sull'Austria trasformò l'impero d'Austria in impero austro-ungarico: l'Ungheria
otteneva una piena autonomia, mentre la Boemia veniva legata sempre più
strettamente all'altra metà dell'impero, l'Austria.
rappresentò per i politici cechi l'occasione di iniziare una dura battaglia per
il riconoscimento dei propri diritti. Capo indiscusso di questo movimento fu un
autorevole professore di filosofia dell'università di Praga, Tomáš Garrigue
Masaryk (1850 - 1937), che durante la guerra, a Parigi, formò un Consiglio
nazionale ceco-slovacco in esilio. Con la benevolenza degli alleati Masaryk
riuscì a far riconoscere ai cechi e agli slovacchi il diritto a costituirsi in
uno Stato indipendente, riconosciuto dalle potenze vincitrici nel 1918. La
storia della Boemia e della Slovacchia diventò da quel momento storia della
Cecoslovacchia, uno Stato estremamente composito dal punto di vista della
compagine nazionale (67% di cechi e slovacchi, 23% di tedeschi, con forti
minoranze ungheresi e rutene), ma anche in grado di sfruttare le proprie
potenzialità economiche. Alla fine degli anni '301a Cecoslovacchia è attorno al
decimo posto nel mondo in termini di prodotto interno lordo.
Abbandonata dalle potenze alleate, la Cecoslovacchia venne invasa dalle truppe
tedesche il 15 marzo 1939. La Boemia e la Moravia vennero ridotte a
`protettorato tedesco. La seconda guerra mondiale vide svilupparsi un forte
movimento di resistenza, che favorì nel periodo 1944-45 la liberazione del
territorio da parte delle truppe sovietiche.
Lo Stato, ricostituitosi con Edvard Beneš
(1884-1948), risentì delle vicende che
avevano caratterizzato gli anni prima della seconda guerra mondiale. L'ostilità
verso Inghilterra e Francia, la presenza di un ceto intellettuale borghese
aperto a nuove esperienze e di una potente classe operaia, spiegano gli
avvenimenti del febbraio 1948 e del colpo di mano ad opera di Klement Gottwald
che portò il partito comunista cecoslovacco al potere diretto da . Solo durante
la Guerra Fredda si sarebbe cominciato a creare un fossato tra la gente e il
regime. I prodromi di questa crisi si manifestarono nel 1952, quando all'interno
del partito comunista alcuni oppositori furono condannati a morte. II gruppo
dirigente fedele a Mosca guidato da Antonín Novotný
seppe superare anche la
crisi del 1956, legata alla denuncia di Kruscev dei crimini stalinisti e alla
rivoluzione ungherese.
Solo nel 1967 il gruppo dirigente novotnyano entra in crisi, sotto la pressione
di alcuni gruppi intellettuali. È la Primavera di Praga, il `socialismo dal
volto umano predicato dal segretario del partito comunista slovacco Alexander
Dubček, che nel gennaio del 1968 diviene segretario generale del partito
comunista del Paese. II nuovo governo asseconda la liberalizzazione della vita
politica, culturale ed economica. Ma il revisionismo praghese allarma Mosca,
preoccupata per le possibili ripercussioni negli altri paesi comunisti
dell'Europa dell'Est. II 21 agosto 1968 truppe dei paesi del Patto di Varsavia
(Romania esclusa) invadono la Cecoslovacchia, mettendo fine all'esperienza della
“Primavera”. Simbolo della resistenza arti-sovietica diviene Jan Palach, che si
dà fuoco a Praga. L'opera di “normalizzazione” del regime comunista e il
conseguente clima di oppressione non impedirono lo svilupparsi di sentimenti di
dissenso che si concretizzarono nel 1977 nel movimento Charta 77, oblio alla
difesa dei diritti e della dignità dell'uomo.
L'immobilismo del regime, la mancanza di prospettive di sviluppo e l'elezione di
Michail Gorbacev a segretario generale del PCUS (1985), che inaugurava in URSS
la grande stagione delle riforme, innescarono un processo di trasformazione che
portò nell'ottobre del 1988 Ladislao Adamec, un riformatore filo - gorbacioviano,
alla guida del governo ceco. La caduta del muro di Berlino ebbe ripercussioni
anche a Praga. II 17 novembre del 1989 un'immensa manifestazione dava inizio
all'incruenta «rivoluzione di velluto», una serie di scioperi che dimostravano
la volontà di porre fine al regime. II 10 dicembre veniva insediato un governo
guidato dal comunista progressista Marián Čalfa. Nello stesso anno il presidente
della Repubblica Gustàv Húsak, in carica dal 1975, si dimetteva lasciando via
libera all'elezione di Vaclav Havel alla presidenza. Contemporaneamente
Alexander Dubček veniva eletto presidente del Parlamento. Si riaffacciavano tra
cechi e slovacchi antichi antagonismi di carattere sociale e nazionale che il
vecchio regime comunista aveva con forza controllato.
Il 1° gennaio 19931a Cecoslovacchia cessò di esiste: nacquero la Repubblica Ceca
e la Repubblica di Slovacchia. Fortemente liberista, la politica condotta da
Vaclav Klaus, primo capo di governo della Repubblica Ceca, inizialmente riuscì a
gestire con successo il passaggio dalla vecchia economia al nuovo sistema
sistema di mercato, ottenendo nel 1997 l'accettazione della domanda di
ammissione all'UE. Nel settembre dello stesso anno, però, i problemi sociali
determinati da una fase di assestamento generarono malcontento, costringendo
Klaus alle dimissioni; gli succedeva, nelle elezioni del giugno 1998, il
socialdemocratico Miloš Zeman. Sulla scia della politica estera filo-occidentale
perseguita dalla Cecoslovacchia dopo la «rivoluzione di velluto», nel 1999 1a
Repubblica Ceca è stata ammessa nella NATO. II 1° maggio 2004 è divenuta membro
effettivo dell'Unione Europea. Il 25 aprile 2005, dopo un periodo travagliato
dal punto di vista politico, il presidente Vaclav Klaus
ha incaricato a Praga
l'ex ministro Jiří Paroubek (partito socialdemocratico) di formare il nuovo
governo.
LA REPUBBLICA CECA OGGI
CLIMA ED EPOCA DEL VIAGGIO
Il clima della Repubblica Ceca è di tipo continentale, per cui abbiamo estati
brevi e calde e inverni lunghi e molto freddi. II tempo è piuttosto mutevole in
primavera e autunno, quando si può improvvisamente passare dal sole splendente
alla pioggia torrenziale, e al relativo repentino cambio di temperatura.
Il periodo migliore per visitare la Repubblica ceca è quello compreso tra aprile
e ottobre.
POPOLAZIONE
La popolazione, che nel 2005 era di 10.241.138 abitanti, con una densità media
di 130 abitanti per Km2, è costituita per la maggior parte da cechi (o boemi,
82% circa), seguiti da moravi (13%), slovacchi (3%) e altre minoranze (2%), tra
cui tedeschi, gitani, polacchi e magiari. Gli abitanti vivono soprattutto nelle
regioni settentrionali e orientali, mentre quelle sudoccidentali, ai confini con
la Germania e l'Austria, sono per lo più caratterizzate da insediamenti sparsi.
La lingua nazionale è il ceco (affine allo slovacco), appartenente al gruppo
slavo occidentale delle lingue indoeuropee. Viene parlato anche il moravo
(lingua di transizione tra il ceco e lo slovacco) e i suoi dialetti,
specialmente tra le minoranze tedesche, magiare e rumene. La religione più
diffusa è quella cattolica, praticata ufficialmente da circa il 65% della
popolazione. Sono presenti anche comunità di protestanti, di aderenti alla
Chiesa cristiana ortodossa orientale e una piccola minoranza di ebrei,
concentrati nella città di Praga. Tuttavia, altre fonti, forse più attendibili,
parlano di una percentuale di credenti che si attesterebbe intorno al 29%,
facendo così della Repubblica Ceca la nazione più atea d’Europa.
L'arrivo delle popolazioni tedesche fu favorito dai signori locali, consci del
fatto che i nuovi coloni avrebbero contribuito a rendere più produttive le loro
terre, grazie a sistemi di coltivazione più moderni, nonché a dare maggiore
impulso al commercio ed alla produzione manifatturiera.
Con il tempo, però, come già ricordato, la minoranza tedesca giunse a ricoprire
la maggior parte dei posti direttivi in Boemia e Moravia, relegando buona parte
della popolazione di lingua ceca (e quindi di etnia slava) a ruoli secondari.
Questi ultimi, infatti, appartenevano per lo più al ceto contadino.
A cavallo tra le due guerre mondiali la popolazione di lingua tedesca ammontava
ad oltre il 32% in Boemia e a circa il 29% in Moravia. La presenza massiccia di
genti germaniche nella regione dei Sudeti (Boemia Nord – Occidentale) avrebbe
costituito, di lì a poco, il pretesto da parte dei nazisti per l'invasione e
l'annessione nel 1938 del territorio corrispondente all’attuale Repubblica Ceca,
che prese il nome di Protettorato di Boemia e Moravia.
Dopo la 2a Guerra Mondiale il governo cecoslovacco emanò i cd. “decreti Beneš”,
con i quali venne sancita l’espulsione di buona parte della popolazione di
lingua tedesca, quantificata in 3 milioni di persone circa. Drammatico è stato
l’esodo di quelle genti verso la Germania, paragonabile alla sorte toccata agli
istriani di lingua italiana residenti nella Jugoslavia di Tito (anche se nel
nostro caso il fenomeno assunse proporzioni nettamente inferiori). Si calcola
che durante il viaggio verso le terre tedesche perirono circa 50.000 persone, in
parte a causa degli stenti, in parte linciate dalla popolazione di lingua ceca,
la quale si era così voluta vendicare dell’umiliazione subita dai nazisti per
un’annessione territoriale avvenuta senza che vi fosse stato alcun
combattimento, per il collaborazionismo offerto dai cechi di lingua tedesca
all’invasore e per gli eccidi compiuti da questi ultimi ai danni dei locali nel
periodo durante il quale vi fu il Protettorato.
Nonostante questa espulsione di massa, i tratti somatici della popolazione ceca
non sono omogenei: accanto a fisionomie tipicamente slave, si incontrano di
frequente persone che conservano i caratteri germanici. Inoltre, molti cognomi
cechi sono di chiare origini tedesche.
La stessa lingua ceca ha subìto una influenza abbastanza marcata da parte della
lingua tedesca, così come la cucina, di cui si è già detto.
Nonostante questo stretto legame che lega la Repubblica Ceca ed il mondo
germanico, si può dire, comunque che, in genere, i cechi non tengono in buona
considerazione i tedeschi, i quali, probabilmente dopo i russi, sono il popolo
da loro meno amato. Un po’ per ragioni storiche, un po’ per la recente
colonizzazione economica ad opera della Germania, primo partner commerciale
della Repubblica Ceca.
Oltre alla forte influenza tedesca che, come già detto, si riscontra anche nei
tratti somatici, sono state citate le minoranze di slovacchi, ungheresi e
zingari. Questi ultimi sono presenti un po' in tutto il territorio e, a
differenza che in Italia, dove si sono insediati in campi nomadi, in CR essi
dimorano in abitazioni a contatto con il resto della popolazione.
Tra i cechi e gli zingari non intercorrono buone relazioni. Statisticamente è
nota la maggiore inclinazione dei gitani a perpetrare reati di vario genere tra
i quali il furto occupa un posto di assoluto rilevo. Inoltre, essendo cittadini
della Repubblica Ceca, gli zingari possono usufruire delle facilitazioni
riservate alle neo-mamme: in tal caso lo Stato ceco, per i primi tre anni di
vita del bambino, versa un assegno mensile abbastanza sostanzioso, affinché
queste donne possano occuparsi a tempo pieno dei propri figli. Il problema è che
se la natalità dei cechi è minima, quella dei rom si attesta a livelli molto
elevati, per cui una volta scaduto il triennio, le donne zingare spesso hanno
già “pronto” un altro figlio, in modo tale da poter usufruire nuovamente del
citato assegno mensile.
Per questo ed altri motivi i cechi vedono i rom come dei parassiti che non
contribuiscono allo sviluppo del Paese e, contemporaneamente, godono delle
agevolazioni previste per le classi più disagiate. Di conseguenza, gli zingari
vengono di fato esclusi da gran parte della vita sociale della nazione. Infatti,
in molti luoghi pubblici, non si nota assolutamente la loro presenza. Ci si
accorge dei rom soprattutto quando si cammina per strada. Inoltre, di sera,
molti locali vietano loro l'entrata, anche se ovviamente non c'è una regola
scritta in materia. A “chiudere le porte” ai rom sono soprattutto quei luoghi di
svago nei quali è presente personale addetto alla vendita di biglietti
d'ingresso e alla selezione della clientela. Inoltre è del tutto eccezionale
vedere lavoratori zingari a contatto con il pubblico (commessi, camerieri, etc.)
perché è scontato che essi non darebbero una buona immagine al luogo dove
presterebbero servizio. Queste limitazioni sono tra le cause dell’elevato tasso
di disoccupazione dei gitani, per cui, a parziale difesa di questa gente, viene
da pensare che se uno di loro fosse spinto da sani principi, si troverebbe
comunque a dover intraprendere attività illecite, stante la quasi impossibilità
di trovare un'occupazione “normale”.
Per concludere sull'argomento e sulle relazioni che intercorrono tra i cechi e
gli zingari un esempio eloquente può essere fornito dalla città di Ustì Nad
Labem (Boemia Settentrionale), nella quale, alcuni anni fa (circa 5-6) la
popolazione ceca costruì un muro divisorio tra la zona residenziale da loro
abitata e quella occupata dai rom, in modo da evitare qualsiasi contatto tra i
due gruppi etnici.
A differenza degli slovacchi, nei quali il carattere slavo è più evidente e si
sostanzia in una maggiore passionalità ed esuberanza, i cechi, ancora una volta,
risentono dell’influenza tedesca, per cui si trovano a metà strada tra le due
citate etnie. Ne risulta, così, un’indole generalmente introversa.
Il ceco, ad un primo contatto, può apparire freddo e talvolta scortese. E'
un’impressione che non deve comunque trarre in inganno, poiché questo
comportamento è da definirsi più propriamente di diffidenza, soprattutto nei
confronti degli stranieri, dovuto anche a decenni di isolamento. Tuttavia, dopo
aver “rotto il ghiaccio”, ci si rende subito conto di trovarsi di fronte ad un
interlocutore affabile e di buona conversazione.
Le possibilità di successo per entrare in buona confidenza con i cechi
miglioreranno ulteriormente se vi rivolgerete loro con qualche frase nella loro
lingua: se poi avrete delle basi di ceco non disprezzabili, desterete in loro
curiosità, ma anche rispetto ed ammirazione.
In definitiva i cechi, di indole tranquilla, spesso all’inizio “chiusi”, si
aprono poi come per incanto e alla fine risultano persino molto simpatici e
cordiali.
LA RETE URBANA E LE COMUNICAZIONI.
La Repubblica Ceca è uno dei paesi più urbanizzati d'Europa, con una rete di
città dominata da Praga e formata da una serie di centri di medie dimensioni,
situati a corona intorno alla capitale nelle fasce periferiche del Paese. A
questo fa riscontro una rete ferroviaria (9.500 km, di cui 2.900 elettrificati)
tra le più fitte d'Europa, che si dirama in ogni angolo della nazione. Tra gli
obiettivi prioritari del nuovo corso è il potenziamento dei collegamenti
internazionali con il fine di raccordare il Paese alla rete ferroviaria europea
a grande velocità entro il 2015. A questo proposito è in progetto un nuovo
collegamento tra Praga, Brno, Ostrava sull'asse
Parigi-Strasburgo-Norimberga-Berlino-Katowice approvato dall'Unione Europea.
ORDINAMENTO DELLO STATO
La Repubblica Ceca nacque, insieme alla Slovacchia, nel 1993 in seguito alla
separazione della Cecoslovacchia in due repubbliche indipendenti. In base alla
Costituzione, entrata in vigore il 1° gennaio 1993, la Repubblica Ceca è una
repubblica parlamentare. II presidente, eletto dal Parlamento, dura in carica
cinque anni e il suo mandato è rinnovabile; egli nomina il primo ministro e, su
indicazione di questi, un gabinetto di ministri (Consiglio dei ministri). II
governo risponde del suo operato davanti al Parlamento.
II sistema legislativo è basato su un Parlamento composto da due camere. La
Camera dei deputati riunisce 200 membri eletti a suffragio universale per
quattro anni; il Senato ha 81 membri eletti a suffragio universale per sei anni,
rinnovati per un terzo ogni due. Hanno diritto al voto tutti i cittadini al di
sopra dei 18 anni di età. L'ordinamento giudiziario, basato sui codici
austro-ungarici, prevede una Corte suprema e una Corte costituzionale, le cui
massime cariche sono nominate a vita dal presidente. La pena di morte non è in
vigore. II paese comprende tredici regioni amministrative, alle quali si
aggiunge il territorio della capitale Praga.
IL QUADRO ECONOMICO
All'inizio del Novecento era una delle zone più sviluppate d'Europa e la parte
più industrializzata dell'impero austro-ungarico. Poi per quarant'anni è stata
uno dei campi di sperimentazione del socialismo reale, ha perso le relazioni coi
mercati occidentali e l'industria, la terra e i commerci sono stati
nazionalizzati e posti sotto il controllo dello Stato. Nell'orbita sovietica
Praga ha continuato a distinguersi per lo sviluppo tecnologico delle sue
industrie, ma una volta caduti i muri tra le due Europe ci si è accorti quanta
competitività avesse perso l'intero sistema economico.
La svolta dopo il 1989 è passata attraverso riforme radicali (privatizzazioni,
convertibilità interna della moneta, fisco) e molto impopolari per chi non era
più abituato a confrontarsi con il mercato e con la concorrenza. Gli anni del
riallineamento all'Occidente sono stati durissimi per tutti i cechi: dal 1990 al
'93 il prodotto interno è crollato insieme ai loro redditi e alle loro sicurezze
sociali; l'industria pesante aveva perso il suo cliente unico, la Russia, e la
separazione dalla Slovacchia aveva dimezzato le dimensioni del mercato interno.
Una crisi pesante da cui la Repubblica Ceca è uscita nel 1994 grazie a una
crescita del prodotto interno da miracolo economico e un quasi raddoppio della
produzione industriale tra il 1995 e il 2000.
LE ATTIVITÀ INDUSTRIALI
Privatizzate, ridimensionate, in molti casi acquisite da società estere, alcune
grandi che durante il socialismo avevano mantenuto certa fama, contribuiscono
oggi a tenere alta la reputazione dell'industria ceca: firme storiche e
celebrate, nell'ambito della cristalleria la Moser e la Bohemia,
la Pilsener e la Budweiser nella birra, la Tatra
nei veicoli industriali
la Skoda
acquisita dalla Volkswagen (modello in
dotazione alla polizia)
nelle automobili, la Jawa e la CZ nelle motociclette.
La geografia dell'industria non è cambiata rispetto al
passato: Praga e le altre città principali del paese sono le più importanti
dell'industria leggera e di consumo, la Boemia settentrionale (Liberec, Ústí nad
Labem)e la Slesia (Ostrava), cuori dell'industria estrattiva (carbone), ospitano
i grandi complessi chimici e siderurgici. Il nuovo, rappresentato soprattutto
dall'istituzione parchi della scienza e della tecnologia, si trova oggi nello «Czech
Technology Park» e a Praga in 5 zone produttiva nell'high-tech elettronico e
nella tecnologia.
GLI ALTRI SETTORI PRODUTTIVI
L'agricoltura (meno del mila forza lavoro e del PIL) è un settore sempre più e,
ma la sua produttività è in crescita, anche qui grazie alle privatizzazioni
delle terre, delle cooperative e aziende di Stato: i cereali, frumento e orzo,
sono le dominanti insieme alla patata e alla barbabietola da zucchero; le
foreste, malgrado il degrado provocato piogge acide, sono una risorsa ancora
importante, soprattutto per l'industria della carta e del mobile. Con quasi 20
milioni di visitatori all'anno, la Repubblica Ceca è diventata una delle mete
più importanti del turismo europeo: dopo Praga la città più visitata è Karlovy
Vary il più celebre centro termale del paese, oggi letteralmente invaso dal
turismo e dagli investimenti dei nuovi ricchi che arrivano dalla Russia.
LA CULTURA ENOGASTRONOMICA
INFLUENZE ASBURGICHE
La cucina ceca è molto rinomata e la si apprezza per i suoi piatti abbondanti e
gustosi, per la cura delle preparazioni oltre che per la varietà dei sapori. La
gastronomia risente fortemente dell'influenza tedesca sia nell'accostamento dei
sapori (dolce/salato) che nell'uso delle spezie e nella scelta dei prodotti base
tra i quali dominano il maiale, le patate, la segale, l'orzo e il cavolo per
crauti. Altre contaminazioni si possono riscontrare in relazione alla cucina
ungherese sia per motivi di vicinanza geografica sia di vicende storiche, avendo
tutte queste terre fatto parte dell'impero asburgico. A testimonianza di tale
influenza, domina ovunque incontrastato il gulasch, uno spezzatino in cui si
fondono il dolce delle cipolle e il sapore molto pungente della paprica.
SPECIALITÀ TIPICHE
Un pranzo `boemo' ha inizio con un aperitivo, costituito da un liquore forte e
freddo (grappa a base di prugne), e con un antipasto a base di salsicce col
rafano o prosciutto affumicato (l'arte di affumicare la carne è uno dei pilastri
della cucina locale). Il prosciutto cotto di Praga
(pražská šunka) gode di fama
mondiale, ma è diverso per sapore dal tipo commercializzato con questo nome in
Italia.
La minestra è frequente, almeno per il pasto di mezzogiorno: brodo di carne o di
pollo, con gnocchetti di fegato, accompagnati da patate o diverse verdure, da
riso o da un po' poco di pasta. Tra le minestre e le zuppe spiccano la
bramborovà polévka (minestra di patate e funghi),
la hrachovà polévka (zuppa di piselli all'aglio), la ledvinkovà polévka (zuppa
piccante di rognone), la ribi polévka (zuppa di pesce arricchita con carne).
II piatto forte di ogni pasto è costituito in ogni caso
da carne, con quella di maiale al primo posto, preparata nei modi più disparati.
L'arrosto di maiale (vepřová pečeně) è la pietanza più diffusa, servito con
crauti (kysele zeli) e gnocchi di pasta lievitata
(knedlíky). Per le il maiale
cede il posto a un croccante arrosto d'anatra d'oca, mentre il contorno non
cambia. Molto ricercati i piatti a base di selvaggina, si tratti di capriolo
oppure di lepre. Fra le specialità si annoverano il manzo (che compare stufato o
sotto forma di la ai ferri), la carne suina bollita, le lombate e i diversi tipi
di wurstel (con pancetta, praghesi, affumicati o aromatizzati). La cucina boema
sarebbe impensabile senza gli speciali gnocchi di pasta lievitata. Oltre a
quelli di pasta, gnocchi di patate o di pane, uova e farina, sono i contorni più
tradizionali dei piatti principali. Gli gnocchi di pane con pancetta, ripieni di
crauti o spinaci e cipolla soffritta, si mangiano spesso come piatto principale.
La specialità boema in questo settore è costituita tuttavia dagli gnocchetti di
frutta preparati con pasta lievitata il cui ripieno è composto da ciliegie,
albicocche, mele, mirtilli e soprattutto prugne che si cospargono poi di
formaggio fresco grattugiato o di semi di papavero e, per finire, si annaffiano
col burro fuso.
IL DOLCE DI PARDUBICE
La specialità di Pardubice è il pernìk, un dolce di origini molto antiche a base
di miele,
cocco e varie spezie: i suoi produttori formarono la prima
corporazione, a Praga, nel 1348. II processo di lavorazione era piuttosto
complicato e le regole da seguire molto severe, ma poiché la prosperità dei
pasticcieri derivava proprio dalla vendita della specialità locale, essi le
osservavano scrupolosamente. Fino al XVIII secolo il pernìk rimase un dolce di
lusso, in quanto le spezie richieste per l'impasto (tra cui lo zenzero) erano
difficilmente reperibili. Ma già prima della seconda guerra mondiale si arrivò a
produrne circa 300 varietà diverse e oggi lo si può gustare semplice o ripieno,
oppure acquistarlo ricoperto di motivi decorativi realizzati con zucchero
colorato per appenderlo come oggetto ornamentale.
VINO E BEVANDE
La bevanda nazionale è la birra (pivo), ritenuta a ragione tra le migliori al
mondo. II vino (vino), più caro della birra, è anch'esso molto popolare
soprattutto nella Moravia meridionale (i rossi Rulandské, Vavrinec e Frankovka,
e particolarmente i bianchi Rulandské, Veltlinské Zelené, Ryzlink,
Muller-Thurgau e Tramín). Quanto ai liquori tipici, il posto d'onore spetta alla
Becherovka di Karlovy Vary, alla morava slivovice di prugne e alla borovička,
bianca e secca, fatta con bacche di montagna.
LA FABBRICA DELLA BIRRA
Il primo documento che illustra la coltivazione del luppolo (che con acqua e
malto fermentato è alla base della preparazione della birra) venne rinvenuto nel
monastero di Opatovice e risale al 1073. Per molti secoli la produzione di birra
fu un monopolio del re, che ne concedeva la licenza solo alle città regie e
incamerava nel tesoro reale parte dei profitti delle vendite. Fu solo nel 1627
che la titolarità del diritto passò ai nobili. Sorsero così i primi birrifici.
Con la fine del monopolio reale e con l'apertura del mercato, nacque la figura
professionale del degustatore, che autorizzava la vendita solo della birra di
qualità. Nell'Ottocento la metodologia della produzione divenne 'scientifica':
nel 1818 presso il Politecnico di Plzeň
venne istituita una cattedra per insegnarne la preparazione e nel 1869 nacque la
prima scuola per esperti di malto. Anche ai nostri giorni, in tutto il paese, la
birra è un'istituzione. I cechi sono molto `campanilisti' nel consumo di birra,
e le numerose etichette nazionali (la più imitata è forse la Pilsner)
si
contendono il primato. II consumo pro capite si aggira sui 160 litri l'anno, con
una decisa preferenza per la birra alla e chiara (65% del consumo).
DOVE MANGIARE
Tutti gli alberghi più grandi dispongono di ristorante, ma trovare un locale in
cui mangiare, per tutti coloro che alloggiano in strutture senza ristorante, non
è davvero un problema. I centri maggiori, infatti, pullulano di ristoranti,
taverne, osterie e birrerie che osservano la buona norma di esporre all'esterno
la lista delle proposte con i relativi prezzi. I piccoli ristoranti garantiscono
una maggiore caratterizzazione gastronomica, sia si tratti di una hostinec
(piccola osteria di villaggio), un koliba (chalet-ristorante di montagna, dove
il buon mangiare è d'obbligo), di un restaurace (ristorante nel senso più
proprio del termine) o ancora di una pivnice piuttosto che di una vinàrna
(rispettivamente mescite di birra e - in genere più elegante - di vino).
DOCUMENTI E DOGANE
I cittadini dell'Unione Europea, ai quali non è richiesto il visto di ingresso,
devono essere in possesso di passaporto o carta d'identità valida per
l'espatrio; anche i minori che abbiano compiuto il 15° anno di età devono avere
il documento d'identità individuale; il documento sostitutivo, rilasciato
generalmente ai ragazzi fino a 14 anni, non è accettato dalle autorità ceche, e
dunque occorre essere in possesso di passaporto individuale o essere iscritti
sul passaporto di uno dei genitori. Cani e gatti devono avere il passaporto per
animali istituito dall'UE (obbligatoria la vaccinazione antirabbica). Si può
usufruire dell'assistenza sanitaria locale se si è in possesso della Tessera
Sanitaria del servizio sanitario nazionale (wwwv ministerosalute.it).
Per chi viaggia in auto, vale la patente italiana (per un massimo di 90 giorni).
Per circolare sulla rete autostradale occorre acquistare uno speciale
contrassegno in vendita alla frontiera, nelle stazioni di servizio e negli
uffici postali.
VALUTA E CAMBIO
L'unità monetaria è la Corona ceca (Kc) e attualmente (novembre 2007) viene
cambiata a 26, 7 corone per 1 euro. Purtroppo, con il passare del tempo, il
cambio sarà sempre più sfavorevole per i turisti, dato che è intenzione del
governo ceco raggiungere un rapporto di 26 corone per un euro, misura
indispensabile per adottare anche in questo Paese la moneta unica europea. II
cambio della valuta può essere effettuato sia nelle banche (aperture dalle ore 8
alle 17, da lunedì a venerdì), sia presso gli uffici autorizzati; i traveller's
cheques possono invece essere cambiati solo in banca. L'uso delle carte di
credito si sta diffondendo; sono generalmente accettate presso alberghi e negozi
(più raramente nei ristoranti) delle maggiori città e centri turistici.
STRADE E CIRCOLAZIONE
SPOSTARSI IN AUTO
La rete stradale ha uno sviluppo di circa 127.204 km. Le autostrade sono
designate da uno o più numeri, preceduti dalla lettera D; le strade nazionali
sono contrassegnate da una, due o tre cifre. Le autostrade (518 km) sono molto
più trafficate delle strade nazionali, che consentono una guida più agevole e
sicuramente più panoramica, anche se impongono un limite di velocità ridotto.
La normativa di sicurezza è assai rigida: obbligatorio l'uso delle cinture di
sicurezza per il guidatore e le persone trasportate; i bambini fino a 12 anni
non possono sedere accanto al guidatore; è obbligatoria la circolazione con le
luci anabbaglianti accese anche di giorno per gli autoveicoli e per tutte le
categorie di motoveicoli. La circolazione con gomme chiodate non è ammessa;
d'inverno, in montagna, è consigliabile avere sempre a bordo le catene da neve.
La velocità massima consentita è di 50 km/h nei centri abitati, di 90 km/h sulle
strade e 130 km/h sulle autostrade. Le stazioni di rifornimento di carburante
sono numerose e ben attrezzate. Nei centri cittadini il parcheggio è consentito
negli appositi spazi a pagamento; nel centro di Praga tali spazi sono pochi ed è
preferibile avvalersi dei parcheggi sotterranei custoditi. Per noleggiare
un'automobile, oltre a un'età minima di 21 anni e al possesso della patente di
guida da almeno 1 anno, è di fatto indispensabile anche la carta di credito.
MEZZI DI TRASPORTO
LINEE AEREE
L'Italia è collegata alla Repubblica Ceca con voli diretti operati da Alitalia
(t. 062222; www. ali talia.it), dalla compagnia di bandiera Czech Airlines (ČSA,
in Italia presso l'aeroporto di Fiumicino, t. 199309939; www.csa.cz) e dalla
Smart Wings (www.smartwings.net), compagnia aerea ceca low cost. A Praga
l'aeroporto Ruzyně (www.prg.aero/en/frames.htm) è collegato al centro da minubus
(www.aas.cz/cedaz), dall'autobus 119 a intervalli regolari tra l'aeroporto e la
stazione della metro Dejvickà (linea A), ogni giorno dalle ore 4.30 alle 23.30,
e dall'autobus 100 che collega ogni ora l'aeroporto alla stazione metro di
Zlicin (linea Blù)
FERROVIE E PULLMAN
La ferrovia è gestita dalla compagnia České dráhy (t. 412503113; www.cd.cz), che
collega le varie aree del Paese con treni locali, rapidi o espressi. II servizio
dei pullman è invece assicurato dalla CSAD Českà automobilovà doprava) e da
altre compagnie minori; per informazioni: www. vlak-bus. cz. I servizi di
navigazione (www.paroplavba.cz) sono generalmente un'attrazione turistica in
funzione soprattutto nella stagione estiva. Sono parzialmente navigabili i corsi
della Moldava e dell'Elba, in particolare da Praga a Slapy e da Derìn a Hrensko.
TRASPORTI URBANI
Le principali città ceche sono dotate di estese reti di trasporti pubblici
urbani, con autobus, filobus e tram a tariffe convenienti. Le linee tranviarie
diurne sono in servizio dalle ore 4.30 alle 24, le linee notturne nelle altre
ore; gli orari sono esposti a ogni fermata. A Praga ci sono 3 linee
metropolitane distinte (linea A verde, linea B gialla, linea C rossa)
funzionanti tutti i giorni dalle 5 alle 24. Nonostante i taxi siano muniti di
tassametro, è opportuno concordare il prezzo prima di partire (questo vale più
che altro per Praga). Uno dei modi più originali per visitare la Repubblica Ceca
è la bicicletta: ovunque le piste ciclabili sono numerose e ben praticabili.
ALBERGHI
Il numero di alberghi si è attestato a ottimi livelli nelle città a maggiore
frequentazione turistica. Numerosi alberghi sono stati ricavati da edifici
storici e non dispongono di ascensore. La classificazione (in genere 3 stelle)
talvolta risulta elevata rispetto agli standard in quanto attribuita in base al
pregio storico o architettonico dell'edificio piuttosto che all'effettivo
comfort.
Le pensioni sono ormai diventate piccoli alberghi con atmosfera familiare anche
se privi di ristorante. Per informazioni: www. czechhotels. cz.
Nel caso in cui deciderete di trascorrere il soggiorno in CR presso alcuni hotel
risalenti al periodo che va dagli anni '60 fino agli anni '80, in tal caso
questi saranno spesso costituiti da grossi palazzoni abbastanza fatiscenti,
dotati di numerose stanze arredate con il minimo indispensabile e con un mobilio
decisamente non attraente.
Queste strutture sono praticamente dei “panelàk”, cioè strutture prefabbricate..
Qua spesso il bagno è fuori dalla stanza, il più delle volte costruito con
materiali di scarsa qualità e quasi sempre in comune con un'altra camera dove
potrebbero alloggiare persone a voi estranee. Quindi, in linea di massima la
soluzione dei “casermoni” è da evitare, a meno che non si voglia risparmiare,
anche se i prezzi non sempre sono competitivi: per una stanza singola si possono
sborsare anche 800kc.
Per il resto, quando l'albergo è di recente costruzione o antica ma ben
ristrutturata, si potrà usufruire di tutti i confort necessari quali il bagno in
camera con sanitari moderni ed efficienti, la televisione (a volte con un
decoder satellitare), il frigo ed un mobilio gradevole, anche se spesso di
provenienza “IKEA”: i prezzi sono molto competitivi e, dato che stiamo parlando
di hotel da 2 o 3 stelle, lo standard qualitativo è decisamente superiore a
quello degli alberghi italiani, dove, come si sa, per avere un minimo di
qualità, si paga e parecchio.
Al piano terra degli hotel c’è sempre una sala ristorante dove poter apprezzare
i piatti della cucina locale, notoriamente gustosa ed abbondante e della quale
si è già parlato.
Per quanto riguarda il prezzo delle camere, ci sono due possibilità a seconda di
dove si intenda andare a dormire. Generalmente nelle pensioni si paga il costo
della stanza indipendentemente dalle persone che la occuperanno: ad esempio se
la stanza costa 750Kc, due persone pagheranno 375Kc a testa; negli hotel,
invece, la tariffa è in funzione dei posti letto che vengono occupati, per cui
una sola persona pagherà una certa cifra la quale sarà minore ma non dimezzata
nel caso in cui la camera verrà occupata anche da altri. Esempio: 900 Kc per una
sola persona, 600Kc a testa per due persone.
Ovviamente la reception degli hotel è a orario continuato e, nel caso dovesse
capitare di rientrare in camera alle prime ore del mattino, ci sarà sempre un
addetto che aprirà la porta e darà le chiavi della stanza. Inoltre, se in questi
rientri “mattutini” si dovesse tornare accompagnati da un’altra persona del
luogo, il portiere dell’albergo non chiederà un’integrazione al prezzo
precedentemente pattuito e si asterrà dal fare domande sull’ospite inatteso, a
patto che quest’ultimo resti in camera fino all’inizio del turno di portierato
successivo. In caso contrario l’addetto dell’hotel potrebbe anche chiedere il
pagamento della stanza per due persone.
CAMPEGGI
Esistono centinaia di strutture, diffuse tanto nelle vicinanze dei centri
principali, quanto nelle maggiori località turistiche. Sono in genere aperte nel
periodo estivo; le tariffe sono di norma più basse che in Italia. Sono
classificati in 4 classi contraddistinte da stelle. Nelle zone di valore
ambientale esistono chalet e bungalow in legno, con piccola cucina e servizi
igienici. Un'ottima mappa dei campeggi è pubblicata dalla Czech Tourist
Authority a cura di SHOCart (www.shocart.cz). In alternativa si può consultare
il sito internet www. camp. cz. Specializzato in agriturismo è il sito www.
eceat.cz.
OSTELLI PER LA GIOVENTU'
Per accedervi è necessario essere membri dell'Associazione Italiana Alberghi
della Gioventù, che ha sede a Roma, via Cavour 44, t. 064871152,
www.ostellionline.org. Per prenotazioni e informazioni si può contattare la sede
nazionale di Praga: KMC, t. 22220347, www.kmc.cz. Molto diffusa è l'abitudine di
affittare camere presso privati, di cui si occupano agenzie specializzate o
uffici turistici locali. Va comunque precisato che le località minori e i
villaggi pullulano di cartelli di camere in affitto: niente di più semplice ed
economico che fermarsi e chiedere personalmente.
ORARI DI APERTURA E ALTRE NOTIZIE UTILI
L'ora ufficiale della Repubblica Ceca coincide con quella italiana: entrambi i
Paesi adottano l'ora legale. La corrente elettrica è a 220V e 50Hz. Bisogna però
premunirsi di spina a due poli.
GLI UFFICI POSTALI
sono aperti dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle 17 e il sabato dalle 8 alle
12.
TELEFONIA FISSA E MOBILE.
Il prefisso internazionale per la Repubblica Ceca è lo 00420, seguito da quello
della località, che va sempre digitato prima di comporre il numero
dell'abbonato, anche per chiamate locali; per chiamare l'Italia bisogna invece
comporre lo 0039 seguito dal prefisso completo dello zero. Si può telefonare da
qualunque cabina pubblica, con schede prepagate o con moneta.
NEGOZI
Sono generalmente aperti dalle ore 7 alle 18 dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle
12 al sabato. Nei centri minori la chiusura è anticipata alle 17, mentre nelle
località più grandi è posticipata alle 19 e in qualche caso anche oltre. I
grandi magazzini rimangono aperti fino alle 19 il sabato e la domenica.
MUSEI E MONUMENTI
La grande maggioranza dei musei all'aperto, dei castelli e delle residenze non è
visitabile nei mesi invernali tra novembre e marzo; nelle mezze stagioni queste
strutture aprono soltanto di sabato e domenica; sono sempre aperte da giugno ad
agosto. Gli orari di visita sono generalmente dalle ore 9 alle 17; il giorno di
chiusura è il lunedì.
IL FASCINO DELLE CITTA' E DEI CASTELLI
Ogni borgo abitato che abbia una popolazione di almeno 10.000 abitanti presenta
un centro storico molto ben curato con pavimentazione in pietra, caratterizzato
da una piazza centrale circondata da palazzi sfarzosi finemente decorati. E'
evidente come ciascuna amministrazione comunale non lesini i propri fondi per
abbellire e restaurare il proprio patrimonio artistico. Il risultato è che la
Repubblica Ceca pullula di cittadine dal fascino particolare, dove si respira
un'atmosfera magica, soprattutto al calare della sera, quando i vari edifici
storici vengono sapientemente illuminati con vari tipi di illuminazioni che ne
esaltano la loro bellezza.
Questo, però, non significa che borghi di dimensioni minori siano irrilevanti
dal punto di vista architettonico ed artistico: ve ne sono infatti numerosi
dall'atmosfera fiabesca che sono stati certificati, tra l'altro, dall'UNESCO
come patrimonio dell'umanità. Fra questi ricordiamo Telč, Český Krumlov e
Kutnà Hora.
La Repubblica Ceca, inoltre, vanta una delle più fitte reti di castelli,
fortezze e tenute nobiliari d’Europa. Se ne contano oltre duemila che, grazie al
loro valore storico e artistico, rappresentano uno dei più importanti aspetti
dell‘eredità culturale del Paese. Accuratamente restaurati, i castelli cechi
sono tutto l’anno tra le mete più amate e durante l’Avvento diventano una
suggestiva location per mercatini ed eventi.
Nell’imponente mole gotica del castello di Křivoklát
a circa 50 km da Praga,
dall’8 al 9 e dal 15 al 16 dicembre si festeggia l’Avvento con un mercato di
Natale, rappresentazioni teatrali e concerti.
Hluboka nad Vltavou Chateau
è uno dei più bei castelli della Repubblica Ceca.
Di origine gotica, venne ricostruito nella prima metà del XVIII secolo in stile
barocco. Nel XIX secolo venne ulteriormente modificato in stile gotico inglese e
divenne la sede rappresentativa dei Schwanyenberg. Da visitare, inoltre, il
giardino invernale, il galoppattoio, il parco inglese di centonovanta ettari.
Molto belli gli interni d‘epoca arredati lussuosamente con sculture in legno
uniche e con collezioni preziose.
Nel periodo natalizio il castello boemo Karlštejn
in stile alto-gotico, voluto
nel 1348 da Carlo IV Re di Boemia e Imperatore del Sacro Romano Impero, è aperto
dal 26 dicembre al 6 gennaio 2008. All’interno delle sue mura si festeggia il
con un concerto natalizio il 27 dicembre.
Il castello Slavkov segna il profilo della cittadina morava di Slavkov u Brna,
meglio conosciuta come Austerlitz. A circa 20 km da Brno nei luoghi della famosa
battaglia napoleonica, sorge l’elegante silhouette barocca del castello di
Slavkov , la cui costruzione originale risale al XIII secolo. Dal 1° al 16
dicembre i sotterranei ospitano una mostra natalizia.
La fortezza medioevale Loket,
non lontano dalla cittadina termale di Karlový
Vary in Boemia occidentale, ospita dal 9 al 10 dicembre un antico mercatino
dell’Avvento, un torneo cavalleresco e una gara di dolci per i più piccoli.
LA BOEMIA E LA MORAVIA
La Repubblica Ceca, come noto, è costituita da due grandi regioni denominate
Boemia e Moravia. La prima, che è anche la più estesa e confina con la Germania,
l'Austria e la Polonia, comprende la capitale della nazione e città come Plzen,
Ceskè Budejovice, Karlovy Vary, Liberec, Usti nad Labem, Hradec Kralove.
La seconda, confinante con Austria, Polonia e Slovacchia, ha come città
principale Brno, seguita da centri minori come Olomouc e Zlin. All'interno della
Moravia si può distinguere una terza regione denominata Slesia ceca, la quale
corrisponde ai distretti di Ostrava (la terza città più popolosa della
Repubblica Ceca, dopo Praga e Brno), Opava, Frydek Mistek, Karvinà.
La Boemia è l'entità territoriale che per secoli ha identificato la nazione
ceca: i suoi abitanti sono i cechi propriamente detti, mentre la Moravia è una
regione abitata da genti che si considerano per lo più cechi, pur essendovi una
fetta della sua popolazione (intorno al 13%) che si proclama un gruppo etnico a
parte, i moravi, appunto.
Tra le due realtà regionali c'è una certa rivalità che però assume toni molto
moderati anche se, ad esempio, discorrendo con gli abitanti di Praga e di Brno
si nota uno spiccato campanilismo tra le due città. Per quanto riguarda la
lingua, il ceco parlato in Boemia risulta più marcatamente musicale e melodico
(specialmente quello della zona di Praga) con vocali finali molto allungate,
mentre quello della Moravia è leggermente più molle. La Moravia rappresenta, a
mio avviso, quasi un territorio di transizione tra la Boemia e la Slovacchia,
per cui nei suoi dialetti si notano alcune somiglianze con i termini propri
della lingua slovacca.
Per esperienza personale e discorrendo con persone della Moravia, la Boemia
viene vista da questi ultimi come una terra molto vicina alla Germania, non solo
da un punto di vista territoriale, ma anche e soprattutto per quanto concerne la
mentalità. Sempre i moravi (alcuni) descrivono grossomodo i boemi come freddi e
calcolatori, con uno spiccato senso per gli affari, mentre si giudicano più
generosi dei loro vicini connazionali. E' un po' come la pensano gli slovacchi a
tal proposito e non c'è quindi da meravigliarsi se questi ultimi abbiano una
migliore stima dei moravi che non dei boemi, considerando i primi abbastanza
affini culturalmente ed emotivamente.
In una recente conversazione avuta con due rappresentanti della Boemia
provenienti una da una cittadina vicina a Plzen e l'altra da Turnov, ma entrambi
residenti a Brno per motivi di studio, ho chiesto loro se trovavano delle
differenze tra la gente della Boemia e della Moravia. La loro risposta è stata
che loro non vedono grosse differenze se non quella che i “moravi danno più
cibo” quando hanno un ospite a casa. É evidente che ciò è da intendersi in una
maggiore inclinazione alla generosità.
Stemma della Repubblica Ceca: il leone bianco rappresenta la Boemia, mentre le
due aquile simboleggiano rispettivamente la Moravia (aquila nera) e la Slesia
(aquila bianco/rossa).
LA FAMIGLIA ED IL MATRIMONIO
I cechi tengono abbastanza all'istituzione familiare, anche se i figli, una
volta compiuti i 16 anni o la maggiore età, mostrano generalmente un desiderio
di indipendenza che di certo non contraddistingue i loro coetanei italiani.
Sovente, dunque, i giovani cechi tendono a recidere presto il legame con i
propri genitori per frequentare corsi universitari, ma soprattutto per entrare
nel mondo del lavoro e raggiungere una certa indipendenza economica, anche se,
in mancanza di titoli di studio qualificati, le possibilità di una buona paga
non sono molto elevate.
E' molto frequente che la gioventù ceca prenda in affitto una camera all'interno
di un appartamento abitato da altre persone tra le quali non vi sono vincoli di
parentela o di lavoro di alcun tipo. Tra coloro che intraprendono questa strada
vi sono anche numerose giovanissime coppie che, desiderose di convivere,
scelgono di coabitare con altre persone, usufruendo della stessa cucina, dello
stesso bagno e riservando per la loro intimità una sola stanza, cioè quella per
dormire.
Le unioni tra cechi presentano un alto tasso di separazioni e divorzi. Per di
più, non è raro conoscere coniugi il cui matrimonio entra in crisi già dopo i
primi sei mesi. Sembra che i cechi credano molto nel matrimonio, almeno per
quanto riguarda il desiderio di portarlo a compimento, ma, a giudicare da cosa
poi succede nella realtà, si ha quasi l'impressione che le idee non siano molto
chiare quando ci si reca dal sindaco (raramente in chiesa) per la celebrazione.
In Repubblica Ceca non è raro trovare ragazze che vanno “all'altare” a 18 anni o
poco più, anche se le cose stanno lentamente cambiando. A detta dei cechi questi
matrimoni precoci sarebbero un retaggio del recente passato comunista, quando
sposarsi era un traguardo agognato per poter far fronte insieme ai vari problemi
(anche economici) che si presentavano di volta in volta. Tuttavia, c'è da
aggiungere che ancora oggi una ragazza che supera i 25 anni di età senza aver
ancora contratto matrimonio viene spesso fatta oggetto di critiche da parte
parenti, i quali vorrebbero che lei si sistemasse il prima possibile.
Una volta coniugata, la coppia continua a frequentare i propri amici di “vecchia
data” e esce separatamente con i propri conoscenti anche durante il fine
settimana. Una soluzione del genere può essere vantaggiosa perché permette di
ovviare in parte alla monotonia di un rapporto di coppia che alla lunga può
stancare, ma può essere anche un danno perché potrebbero aumentare le occasioni
per conoscere persone dell'altro sesso e magari per iniziare a riflettere
sull'impegno preso con il proprio partner e se valga o meno la pena di
continuare il rapporto dopo aver incontrato un “altro/a“ che sembrerebbe essere
più rispondente alle proprie esigenze personali. In altre parole, è piuttosto
facile che in situazioni del genere si generino tradimenti e ripensamenti
repentini. Sembra che il rapporto di coppia tipico ceco si fondi sulla fiducia e
che quindi si può uscire la sera con i propri amici/che perché l'altro/a ci da
fiducia e sa che niente potrà succedere se capita l'occasione di conoscere
persone dell'altro sesso potenzialmente interessanti. La gelosia non è molto
gradita da parte delle donne ceche, perché non ammettono che il loro partner
dubiti di loro: infatti gli uomini cechi non appaiono molto gelosi e può
capitare tranquillamente che se una ragazza ceca, magari una vostra amica, vi
incontra mentre è accompagnata con il suo ragazzo, possa parlare con voi tutta
la serata senza che il suo “lui” se la prenda a male o almeno lo dia a vedere.
Quanto detto, invece, sarà meno frequente nel caso in cui una ragazza slovacca
venga accompagnata dal suo partner slovacco: a differenza dei cechi, i quali non
mostrano un'eccessiva gelosia perché lo ritengono un segno di debolezza, gli
slovacchi hanno un atteggiamento generalmente più geloso.
LA CASA
L'abitazione ceca presenta alcune differenze con quella italiana. Esempio: il
bagno. Nella maggior parte dei casi è privo di finestra e l'aria viene depurata
mediante un ventilatore incassato nel muro, azionabile tramite un apposito
interruttore posizionato accanto a quello della luce; inoltre, molto spesso il
cd. “water” è collocato in un vano a parte rispetto alla doccia ed al lavandino.
Per il resto, le stanze sono ben decorate con oggetti ornamentali; vi si possono
trovare quadri, oggettini in porcellana e vetro e a volte le pareti sono dipinte
con motivi floreali o vi viene applicata per tutta la superficie di un lato la
rappresentazione fotografica di un paesaggio naturale (boschi nord-europei o di
località esotiche).
Quasi immancabile la presenza della moquette, per cui, quando si entra, è
obbligatorio togliersi le scarpe per riporle nell’apposito sgabuzzino o, in
mancanza di quest’ultimo, fuori dalla porta principale.
Grande importanza ha il giardino (nelle villette singole) che può essere
abbellito da corsi d'acqua in miniatura con tanto di vasca per i pesci o da
statuette di varia foggia.
Qui, nel periodo estivo, la famiglia ceca si riunisce sotto l'ombrellone nei
momenti di relax per godere della leggera brezza dell'aria, dato che raramente
il clima è afoso. A volte viene allestita una piccola piscina gonfiabile
riempita di acqua dove potersi refrigerare nelle giornate più calde.
Un caso a parte è rappresentato dai cd. “panelàk”,
grandi palazzi prefabbricati
costruiti all'epoca del periodo socialista
per ospitare gli operai occupati
nell'industria pesante (grandi complessi siderurgici, metallurgici ed
estrattivi) o per accogliere la popolazione rurale e dei piccoli centri
trasferitasi in ciittà, richiamata dalla crescente domanda di manodopera o di
impiegati. In tal caso vi troverete di fronte a strutture trascurate che
presentano un usura precoce, contraddistinte da ascensori poco rassicuranti (nel
senso che si viene assaliti dal timore di un possibile blocco degli stessi
durante la salita o la discesa), ma che miracolosamente non si inceppano mai
(almeno per quanto riguarda la mia esperienza personale). Eppure, nonostante la
vetustà delle parti comuni, appena si entra in questi appartamenti ci si rende
conto come essi siano molto ampi, con un soffitto basso ed ingentiliti con ogni
genere di suppellettile. Il mobilio è sempre del medesimo stile, cioè “made in
Czekoslovakia”, presente in tutti i “panelak” o nelle abitazioni datate. Uno dei
punti negativi dei “panelak” è dato dal fatto che le pareti delle stanze sono
piuttosto sottili, per cui non sarà difficile udire le voci degli altri
inquilini. Stessa cosa dicasi per i vani adibiti ai sanitari, i quali presentano
pareti di plastica o altro materiale di scarsa insonorizzazione.
IL LAVORO
L’immagine che spesso ci si fa del lavoratore ceco è ancora in parte legata ai
retaggi del quarantennio socialista, per cui questo viene considerato come poco
incline al lavoro, oltreché caratterizzato da una bassa produttività. Se le
cose, in genere, stavano in questi termini fino alla fine degli anni ’80,
occorre dire che molto è cambiato nel periodo successivo. L’aver affidato
all’iniziativa privata il compito di risollevare le sorti di un’economia che
aveva perso molta della sua competitività nello scenario internazionale ha
permesso di risvegliare nei cechi quella dinamicità che li aveva contraddistinti
fino al 2° conflitto mondiale.
Non bisogna, infatti, dimenticare che la Cecoslovacchia, nel periodo tra le due
guerre si posizionava al 10° posto al mondo per la produzione manifatturiera e
circa l’80% di questa proveniva dall’attuale Repubblica Ceca, contribuendo la
parte slovacca solo per il 20%. Dopo il 1948, con il colpo di stato del partito
comunista, il governo ha cercato di favorire lo sviluppo della Slovacchia a
discapito però della Boemia e della Moravia, con l'effetto che ingenti risorse
finanziarie sono state drenate dalle imprese ceche per essere trasferite nella
zone più economicamente depresse del paese (slovacche appunto).
Dopo questa breve parentesi, torniamo al lavoratore ceco. Come è cambiato il suo
rapporto con il lavoro? A giudicare da quello che si vede oggi in Repubblica
Ceca, si nota una certa vivacità nelle ore lavorative, con un via vai di gente
indaffarata e apparentemente molto concentrata sulla propria occupazione.
Sembrerebbe, dunque, che vi sia un certo attivismo e che la gente si dia da
fare. Sicuramente le cose sono molto cambiate dopo il 1989 e questo lo si vede
anche dal fatto che nelle città vengono costruiti di continuo nuovi palazzi, in
centro e nella periferia, da adibire a uffici o a gallerie di esercizi
commerciali e stupisce la velocità con la quale questi vengono terminati, a
differenza che da noi, dove sembra che i lavori edili non debbano mai avere un
termine, sia per le opere pubbliche che per quelle private.
Ma torniamo alla nostra Cechia. Entrando in un negozio che vende articoli
tecnologici – come ad esempio di telefonia mobile o apparecchi elettronici in
genere – si noterà che il personale là impiegato mantiene sempre una certa calma
e cordialità dando l’impressione di essere molto professionale, dal che si
potrebbe dedurre una certa passione per la propria mansione. Inoltre, è molto
frequente che nei momenti in cui gli impiegati non sono impegnati con un
cliente, questi si avvicinano a coloro che osservano un articolo qualsiasi
chiedendo cordialmente se c’è bisogno di aiuto.
Al contrario, nel caso di un rivenditore di tabacchi o di articoli dozzinali o
di rapido consumo, potrà capitare che colui che vi lavora esaudirà le vostre
richieste in maniera svogliata.
Il turista generalmente entra in contatto solo con alcune categorie di
lavoratori, per cui il giudizio che si può dare di loro rischia di essere un po’
troppo riduttivo.
Principalmente si ha a che fare con commessi, camerieri, rivenditori di
tabacchi, biglietti d’autobus e treno, personale al servizio di cassa nei musei
o portieri di hotel.
La sensazione che si ha osservando queste categorie è contrastante. Le cameriere
dei ristoranti sono in genere gentili, mentre i camerieri, talvolta, non sempre
sono affabili, dando l'impressione che vi stiano facendo un favore. Quanto
detto, però, potrà capitare solo in ristoranti cd. “popolari”. Per i commessi
vale quanto detto sopra, per cui sembrerebbe che la disponibilità delle persone
dipenda dalle varie tipologie di negozio nei quali vengono impiegati, anche se
non è bene generalizzare. Per i portieri degli hotel si ha di regola un
atteggiamento composto e discreto. In quest’ultimo caso le persone che vengono
impiegate sono spesso costituite da studenti universitari, i quali, durante il
lavoro, possono approfittare per dedicare anche qualche momento allo studio.
Scorrendo vari forum dove gli utenti scrivono le proprie impressioni a proposito
dei viaggi effettuati a Praga si leggono lamentele per una certa scontrosità e
maleducazione dei praghesi e, in particolare, dei lavoratori con i quali entra
in contatto il turista. C’è da dire che Praga rappresenta forse un caso a parte,
poiché la presenza durante tutto l’arco dell’anno di una moltitudine di turisti
può generare nei residenti un sentimento di malcelata ostilità e di
intolleranza, nonostante qualcuno possa obiettare che comunque questi visitatori
contribuiscano non poco alle entrate monetarie della nazione ceca. A parziale
difesa dei praghesi occorre dire che molte volte i turisti stessi assumono un
atteggiamento di superiorità nei confronti della popolazione locale,
probabilmente credendo di trovarsi di fronte ad una città del terzo mondo alla
quale questi sono venuti a portare civiltà e modernità e soprattutto denaro:
sembra che vogliano quasi dire: “non protestare se io mi comporto come a casa
mia perché ti sto portando soldi e ti sto salvando dalla fame”. Il benessere si
è ormai diffuso da diversi anni in Repubblica ceca, per cui un atteggiamento del
genere da parte del turista è dovuto principalmente ad antichi pregiudizi uniti
a tanta ignoranza di cosa sta andando a visitare.
LE DONNE
Croce e delizia per molti di quelli che abbiano avuto a che
farci, le donne ceche rappresentano un enigma.
Partiamo dall’aspetto più superficiale, cioè quello esteriore.
In Italia tutti o quasi riconoscono l’avvenenza decisamente superiore alla norma
delle donne ceche, tuttavia, molti affermano che queste sono destinate ad
invecchiare precocemente rispetto alle loro coetanee italiane. A mio parere si
tratta di un’affermazione poco esatta perché basata sul fatto che le signore
ceche di mezza età spesso appaiono obese e dimostrano più dei loro anni. Bisogna
tener conto che quelle stesse donne avevano passato già la trentina quando il
paese ha voltato pagina nel 1989 e prima di quella data storica è noto che le
donne dei paesi socialisti erano sì belle, ma non avevano una cura della persona
paragonabile a quella delle loro colleghe occidentali, per cui è normale oggi
vederne molte intorno ai 45-50 anni di età afflitte dall’obesità e con
acconciature poco affascinanti. Queste donne erano abituate ad un certo standard
prima del 1989 (cioè abbastanza basso) e la maggior parte di loro ha continuato
a mantenerlo fino ai nostri giorni con i risultati che tutti possono vedere.
Di contro vi è da dire che nel corso degli anni ’90 le ceche hanno avuto una
tale evoluzione in fatto di cura e pulizia personale da raggiungere e superare
le nostre connazionali.
Se poi a questo aggiungiamo la bellezza insita della donna ceca, un misto di
fascino slavo e tedesco, le italiane, messe a confronto, ne escono ampiamente
sconfitte.
La donna ceca, in genere, si sa vestire sapientemente.
Accanto ai capi alla moda, non disdegna quelli più classici che vengono portati
anche in occasioni informali.
Nel tempo libero e la sera in birreria o in discoteca non esita ad indossare
capi semplici come per esempio una maglietta e un paio di pantaloni che esaltano
la loro bellezza più di qualunque altro vestito.
Porta abiti attualmente in voga, come i jeans con le cinture colorate, che le
accomuna con le italiane, ma, a differenza di queste ultime che hanno optato
quasi esclusivamente per i pantaloni a “vita bassa”, i quali camuffano bene un
“posteriore” non “all’altezza”, non ha paura a portare i pantaloni a “vita alta”
che esaltano le forme, ma evidenziano anche eventuali imperfezioni. Sempre a
differenza delle italiane, fanno generalmente più uso della gonna, non temendo
di mostrare le gambe.
Insomma, le ragazze ceche sono più naturali, semplici e meno costruite nel loro
modo di proporsi agli occhi altrui rispetto alle italiane.
Le acconciature: andando in giro per la Repubblica Ceca si nota una notevole
cura per i capelli. Anche in tal caso nei saloni di parrucchiere l’uso di
componenti chimici dannosi diffusi sino alla seconda metà degli anni ’90 è
andato via diminuendo, per cui se una volta era abbastanza frequente vedere in
giro ragazze con chiome biondo-bianco che risplendevano con le luci delle
discoteche, adesso i colori sono più naturali.
Vi sono molte donne bionde (circa il 40%) anche se molte di loro non lo sono in
modo naturale.
Tuttavia il numero di bionde “vere” è sicuramente superiore a quello
riscontrabile in Italia.
Sovente è anche il caso di donne che si sono colorate di nero capelli che in
origine erano chiari o castani.
In Ceca è molto frequente il colore chiaro degli occhi che va dall’azzurro al
verde. A volte c'è da rimanere letteralmente senza il fiato quando si osserva il
viso di una ragazza ceca con uno sguardo meravigliosamente dolce, grazie alla
bellezza dei suoi occhi.
L’altezza: si trovano ragazze ceche di tutte le taglie (anche molto basse),
tuttavia è abbastanza usuale vedere donne slanciate di oltre 1,80 m di altezza.
Sicuramente più normale che non da noi.
I visi: sono in genere fini e delicati, grazie anche al colore chiaro degli
occhi. In alcuni casi si possono notare visi dai tratti marcatamente slavi e
viene da confondere queste donne con gente proveniente dagli Stati dell’ex URSS.
Le forme: non è raro trovare donne o ragazze con seri problemi di obesità, forse
dovuti alla cucina ad alto contenuto calorico, ma il più delle volte le ceche si
distinguono per l'armonia del corpo, unito a visi decisamente belli. Inoltre, il
fatto che in molti locali ci sia una presenza consistente di ragazze obese
potrebbe essere riconducibile al fatto che in CR la gente è riservata, si fa gli
affari propri e non fa molto caso a quello che fanno gli altri, per cui una
persona con vistosi problemi di linea viene vista quasi come uno qualsiasi, a
differenza che da noi, dove spesso un obeso desta commenti e non induce chi ha
problemi di quel tipo ad uscire allo scoperto. In Repubblica ceca, in alcuni
disco-bar è abbastanza normale trovare ragazze dalla linea non perfetta.. Questo
non vuol dire che ci sono donne poco attraenti, ma solo che tutti hanno lo
stesso diritto a divertirsi senza doversi nascondere dagli occhi altrui.
La mentalità: le donne ceche, come molte donne dei paesi slavi settentrionali,
hanno caratteristiche molto peculiari.
Nel 1968 l’Europa occidentale è stata teatro di manifestazioni studentesche che
esprimevano il disagio e la ribellione dei giovani al mondo precostituito dagli
adulti e nel quale non vi era per i primi la possibilità di potersi esprimere
liberamente e far valere le proprie idee. Questa contestazione giovanile partorì
anche il femminismo come rivendicazione dei diritti delle donne. Il 1977 ha
rappresentato, specialmente in Italia, un ritorno al clima della fine degli anni
’60 e un’occasione in più per le rivendicazioni delle donne.
In quegli stessi periodi, invece, sappiamo che la Cecoslovacchia era isolata dal
resto dell’occidente e le notizie di ciò che stava accadendo venivano filtrate
dal governo socialista.
Quindi, in definitiva, in terra ceca e non solo, non si è affermato il germe del
femminismo, per cui si sarebbe portati a dire che le donne ceche non hanno
l'emancipazione delle loro colleghe occidentali. Questo non vuol dire che le
prime siano sottomesse al loro uomo. Anzi. La donna ceca ha molto ben presente
quali debbano essere le qualità di una donna e quelle di un uomo. Ho sentito
dire da loro frasi del genere:”la donna deve fare la donna e l'uomo deve fare
l'uomo”. Giustissimo!
La “českà žena” ha dedizione per il suo compagno e si dà ad esso assecondandolo
nei propri desideri. Al tempo stesso, però, questa è anche molto indipendente e
non tollera che le vengano posti dei paletti alla sua libertà. Non aspettatevi,
dunque, di vedere le donne ceche dietro ai fornelli che si occupano delle
faccende di casa ed escono solo raramente.
Pur avendo un fidanzato o un marito, la “českà žena”esce da sola con le amiche
anche durante il fine settimana e guai a chi le tocca questo privilegio:lei è
libera di occuparsi delle sue cose e non ama affatto un partner geloso che la
costringerebbe ad uscire solo con lui.
Plzen
Brevi cenni storici
abitanti: 166.475
altitudine: 323 m s.l.m.
La città venne fondata nel 1295 da Venceslao II lungo la via che dalla Germania
portava fino a Praga. Nel medioevo le tradizioni erano schiettamente boeme,
tanto che qui nel 1468 fu stampato il primo libro in volgare della cultura ceca.
Tuttavia le cose cambiarono con l'ingresso delle truppe imperiali durante la
guerra dei Trent'anni, e ancora oggi la città viene spesso indicata all'estero
con il vecchio nome tedesco di “Pilsen”.
Soprattutto nota all'estero per la birra Pilsener Urquell (Plzeňsky Prazdroj),
la città ospita anche gli impianti industriali dell'industria automobilistica
Škoda (è presente anche il muzeum Škoda – Korandova 7).
Cosa visitare:
La piazza principale è la Naměstí Republiky
(Piazza della Repubblica) di forma
rettangolare con in parte la cattedrale di Sv. Bartoloměj (San Bartolomeo),
nata
insieme alla città e terminata nel 1470, con la torre più elevata del Paese (102
metri).
All'interno, di notevole valore artistico, si annovera la Šternberska
caple (cappella Sternberg), una Madonna del tardo '300 ed una Crocifissione
della metà del '400.
Gli edifici intorno alla piazza sono prevalentemente di origine gotiche,
rinascimentali o barocche. Uno di essi, al n. 13 con la scritta “Museum”,
ospita
la Národopisné oddělení sezione etnografica del museo della Boemia occidentale.
Molto bello, inoltre, l'edificio rinascimentale del radnice (municipio)
decorato
con graffiti tra il 1908 ed il 1912.
Uscendo dalla piazza e imboccando la via Pražská troviamo un edificio
gotico-rinascimentale con opere d'arte ceca dal Medioevo al cubismo. Svoltando
per la via Perlová si accede, dal n. 4 , al sottosuolo della città dove si apre
un sistema di antichi cunicoli disposti su 3 piani a circa 9-12 metri sotto il
livello stradale.
Nella vicina via Veleslavinova si trova il Pivovarské Museum (museo della birra)
con oggetti e documenti del consumo della birra nel passato.
Se da Piazza della Repubblica si prende la via Františkánská si accede all'ex
complesso francescano con la chiesa Nanebezvetí Panny Marie (dell'Assunta) di
origini trecentesche. Il chiostro ospita la sezione di scultura della galleria
della Boemia occidentale.
La sede principale dello Západočeské muzeum
(museo della Boemia Occidentale) si
trova nella via Kopeckeho sady 2: è costituita da un edificio neo rinascimentale
del 1901 che accoglie esposizioni di scienze naturali, arti applicate,
archeologia, etnografia e storia della regione.
La via U Prazdroje prende nome dalla famosa birra Pilsener Urquell che viene
prodotta nello stabilimento che costeggia la citata arteria cittadina. Al
complesso vi si accede anche tramite visita guidata che prevede un giro per le
sterminate cantine dove si produce la bevanda “dorata”.
Qui vengono elaborate anche le meno note all'estero, ma altrettanto eccellenti,
Gambrinus e Velkopopovicky kozel (solo per citarne alcune). All'inizio del nuovo
millennio il birrificio ha subìto un passaggio di proprietà che lo ha portato
nell'orbita di una multinazionale sudafricana, la quale, tra l'altro, è
proprietaria anche della italiana Peroni nonché di alcune birre americane (la
Miller, per esempio).
Immancabile, all'interno del complesso, un ristorante.
Nella via Sady Pětatřicátníků si trova la terza sinagoga più grande del mondo.
Recentemente aperto al pubblico, l'edificio è adibito non solo a scopi
ecclesiastici, ma anche ad occasionali concerti e spettacoli.
Hotel e pensioni
Di seguito sono elencati alcuni hotel e pensioni di Plzeň.
Il livello standard è sempre più che accettabile, per cui la lista delle
strutture ricettive potrà essere di valido ausilio anche per il visitatore più
sprovveduto.
Ovviamente gli hotel hanno prezzi leggermente più elevati rispetto alle
pensioni, anche se queste ultime non sono da considerare un ripiego.
Hotel
Hotel Euro - Na Roudne 1
http://www.ubytovani-plzen.hotel-cs.com/Euro.htm
si trova nel quartiere Roudnà a pochi minuti di strada a piedi dalle maggiori
attrattive culturali, storiche e di intrattenimento della città. Le stanze sono
tutte dotate di bagno, doccia, TV, frigorifero, un piccolo angolo cottura e,
tramite notebook, si può accedere gratuitamente ad internet grazie al Wi-Fi. Il
parcheggio è sorvegliato.
Prezzi (colazione non inclusa)
camera singola: 990 CZK;
camera doppia: 1090 CZK;
dormitorio per 6 persone: 390 CZK a persona;
dormitorio per 8 persone: 390 CZK a persona;
camera tripla: 1590 CZK;
camera per 4 persone: 1990 CZK;
camera per 5 persone 2490 CZK.
Hotel Victoria - Borska 19
http://www.ubytovani-plzen.hotel-cs.com/victoria.htm
costruito nel 1992, dista circa 10 minuti a piedi dal centro storico.
All'interno c'è una palestra per i clienti ed è anche disponibile un servizio di
noleggio biciclette. E' servito da internet mediante Wi-Fi e a 100 metri c'è un
parcheggio custodito. Il bagno e la doccia sono presenti in ogni stanza. Inoltre
è disponibile un servizio di lavanderia.
Prezzi (colazione non inclusa)
camera singola: 1050 CZK;
camera doppia: 1470 CZK;
camera doppia con terzo letto supplementare: 1800 CZK.
Hotel Irida - Na Poříčí 398/3
http://www.hotel-irida.ubytovani-hotel.eu/Plzen.htm
è situato a soli 200 metri dal centro storico, con bellissime vedute del fiume
poco distante. Le camere sono dotate di bagno, doccia, frigorifero, TV con
satellite, radio, telefono, cassetta di sicurezza personale e connessione
internet con Wi-Fi. E' disponibile un servizio di lavanderia ed una sauna.
Il parcheggio si trova di fronte l'hotel ed è monitorato da telecamere a
circuito chiuso. Inoltre, c'è anche un piccolo parcheggio interno (con capacità
di 5 vetture) chiuso a chiave e monitorato da telecamere.
All'interno dell'edificio si trova anche un ristorante con cucina ceca ed
internazionale.
Prezzi (con colazione inclusa)
camera singola: 1450 CZK;
camera doppia: 2100 CZK;
terzo letto supplementare: 580 CZK.
Hotel Rango - Prazska 10
http://www.rango.ubytovani-hotel.eu/Plzen.htm
si trova nel centro storico della città. Unica nota negativa sono i prezzi
leggermente più elevati rispetto agli altri alberghi qui elencati, anche se è
più conveniente per i gruppi di 3-4 persone.
Le camere dispongono di bagno, doccia, TV con satellite, telefono con linea
diretta, connessione internet tramite Wi-Fi, minibar. Vicino all'hotel c'è un
garage custodito.
Il ristorante è nello stesso edificio e vengono serviti piatti della cucina
italiana e greca.
Prezzi (con colazione inclusa)
camera singola: 1450 CZK;
camera doppia: 2150 CZK;
camera tripla: 2750 CZK;
appartamento per 4 persone 2950 CZK;
letto aggiuntivo: 450 CZK.
Hotel CD - Karlovarská 83
http://www.cd.v-hotel.net/Plzen.htm
è situato nella zona nord della città, non proprio vicino al centro e di
conseguenza i prezzi sono piuttosto popolari.
Le camere dispongono di bagno, doccia, TV, telefono, frigorifero, telefono con
linea diretta. Il parcheggio è custodito da un cancello, ma si pagano 100 CZK in
più al giorno.
All'interno dell'edificio si trova anche un ristorante con cucina ceca e
internazionale.
Prezzi (colazione non inclusa)
camera singola: 900 CZK;
camera doppia: 1400 CZK;
appartamento per 3 persone: 2400 CZK;
Hotel Morrison - Thámova 9
http://www.morrison.cz/
l’albergo, il cui nome si ispira al defunto leader dei Doors - Jim Morrison -
(all’interno è affisso un poster del cantante), si trova a 10 minuti a piedi dal
centro storico ed ha una capacità di 10 camere e 24 posti letto. A pochi passi
dall’hotel si trova la fermata del tram n. 4.
Le camere sono dotate di bagno con doccia, piccolo frigorifero, TV con satellite
e telefono.
Non è presente un parcheggio custodito.
Prezzi (con colazione inclusa)
durante la settimana
camera singola: 790 CZK;
camera doppia: 1160 CZK;
camera doppia con terzo aggiuntivo: 1500 CZK.
fine settimana
camera singola: 690 CZK;
camera doppia: 1060 CZK;
camera doppia con letto aggiuntivo: 1350 CZK.
Pensioni
V Solní - Solní 8
http://www.volny.cz/pensolni/Index.html
La pensione si trova nel centro storico della città in un edificio restaurato
del 16° secolo. In totale ci sono 3 spaziose camere doppie per un totale di 6
letti, con la possibilità, per ciascuna, di aggiungere un terzo letto. Ogni
camera è dotata di doccia o vasca, WC, telefono, TV con satellite e collegamento
Wi-Fi per internet.
Nei pressi della pensione si trova un parcheggio a pagamento.
Colazione a richiesta (al prezzo di 85 CZK)
Prezzi
camera singola: 600 CZK;
camera doppia per 2 persone: 1010 CZK;
camera doppia per 1 persona: 800 CZK;
terzo letto aggiuntivo: 250 CZK.
U Salzmannů - Pražská
http://www.usalzmannu.cz/
Situato in pieno centro storico, il complesso risale al 17° secolo e comprende
una pensione nonché un rinomato ristorante dove vengono preparati piatti
tradizionali della cucina ceca, italiana e messicana.
Tra i suoi ospiti annovera numerose personalità del mondo culturale e politico
ceco nonchè internazionale (ad esempio l’attuale presidente della Repubblica
Ceca Vaclav Klaus, prima che rivestisse tale carica).
Gli alloggi della pensione constano di 4 camere doppie e 4 appartamenti con 2
letti con possibilità di aggiunta di un terzo letto.
Le camere dispongono di bagno con doccia e TV con satellite.
Gli appartamenti, inoltre, sono dotati di cucina.
Unica nota negativa è che l’edificio, costruito su 4 piani, non dispone di
un’ascensore.
Prezzi
n. camera piano prezzo per 1 persona prezzo per 2 persone terzo letto
1 1 1350 CKZ 1500 CZK
2 1 1350 CKZ 1500 CZK
3 (appartamento) 2 1900 CZK 1900 CZK 300 CZK
4 (appartamento) 2 1900 CZK 1900 CZK 300 CZK
5 (appartamento) 3 1900 CZK 1900 CZK 300 CZK
6 (appartamento) 3 1900 CZK 1900 CZK 300 CZK
7 4 750 CZK 900 CZK
8 4 550 CZK 700 CZK
Vita notturna a Plzeň
Anděl - Bezruč ova 7, Plzeň Centrum
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- meglio conosciuto come Shantan – è un locale di grande tradizione dove spesso
si tengono concerti: ideale per sedersi a bere un caffè all'entrata ed ascoltare
musica e ballare in fondo al locale. Proiezione di video clip.
Birre servite: Bernard 12° - Bernard 10° - Bernard černy 13°.
Martinskà 1
il locale si trova nel complesso del ristorante “Potrefena Husá ” ( PH+
significa "Potrefená Husa+ "). Il club offre molti tipi di birra e drinks ed è
frequentato soprattutto il mercoledì ed i fine settimana quando vengono
organizzate serate con D.J. di fama.
Birre servite: Hoegaarden White – Staropramen 10° - Granat 12° - Stella Artois -
Staropramen černy – Staropramen 12°.
Maxim – Martinská 8, Plzeň Centrum
è un locale dove si può piacevolmente prendere un caffè seduti nel piano
superiore, mentre nello scantinato si trova una pista da ballo con serate
“euforiche” soprattutto il mercoledì ed i fine settimana.
Birre servite: Pilsner Urquell 12°.
Alfa – Americká 17 – Plzen Centrum
è un music club con una grande sala da ballo. L'ambiente mi è risultato
piacevole la prima volta che ci andai, mentre la seconda volta mi è sembrato
piuttosto cambiato con un incremento considerevole di “pischelli”. Nel
pianterreno c'è un ristorante, mentre nello scantinato ci sono posti per sedersi
ed un'altra pista da ballo. Nello stesso edificio si trova anche una sala da
boowling.
Birre servite: Gambrinus 10° - Gambrinus 12° - Pilsner Urquell 12° - 11° - 13° -
18°.
Disco Arena – Lidická 33, Plzeň – Lochotín
è una grande discoteca ubicata accanto allo shopping center Géra. Per
raggiungerla bisogna necessariamente ricorrere al taxi, quindi è da valutare se
ne valga la pena. Personalmente ritengo di no: quando mi recai là nel 2002 ne
rimasi piuttosto deluso. L'ambiente è ampio, ma non accogliente. E' abbastanza
fatiscente con dei tavoli su delle scalinate tipo teatro ed una pista da ballo
ampia. All'epoca, poi, il locale era frequentato da numerosi cechi di etnia rom.
I clienti, in genere, non sono il massimo della “signorilità”, compreso il
personale della sicurezza, dai modi rudi e non molto amichevoli.
Birre servite: Gambrinus 10° - Pilsner Urquell 12°.
Music club 21 - Prokopova 21, Plzeň Centrum
Il locale è costituito da un ristorante e da un rock club al piano terra e un
dance club con bar al primo piano. E' un posto molto popolare a Plzen, per cui
spesso è pieno di gente.
Personalmente ritengo sia uno dei migliori locali di Plzen: il rock club
consiste in una grande stanza poco illuminata con una parete adibita
esclusivamente a bar e con un bancone “chilometrico” dove casualmente si possono
fare piacevoli conoscenze. Non c'è una vera è propria pista per ballare, ma la
gente a volte balla vicino ai tavoli.
Al piano superiore c'è una piccola discoteca frequentata da un pubblico più
giovane e, recentemente, ho notato parecchi turchi che vengono dalla Germania a
farsi la serata.
Orario di apertura: dalle 19 alle 4.
Birre servite: Pilsner Urquell 12°.
Star Club - Pražská 31, Plzeň Centrum
è un club con una lunga tradizione che il mercoledì si anima con serate
universitarie, mentre il fine settimana vengono organizzati Black e Latin
parties. C'è anche un ristorante nel sottoscala.
Birre servite: Krusovice černy – Krusovice 12°.
Underground Mix Club - Americká 18, Plzeň Centrum
la musica prevalente è quella elettronica e l'hip-hop e spesso vengono
organizzate serate hip-hop.
Birre servite: Bernard 10°.
U Slunce - Na Roudné 1, Plzeň - Roudná
locale piacevole per gli amanti delle “oldies”.
Birre servite: Gambrinus 10°.
U Nováků - Jungmanova 5, Plzeň Centrum
di notte dance club e di giorno piacevole ristorante che offre cucina
internazionale e ceca con prezzi ragionevoli. L'età media dei frequentatori del
locale si aggira intorno ai 16 anni, mentre la situazione migliora durante i
giorni lavorativi.
Birre servite: Budějovicky budvar 12° – Budějovicky budvar 10°.
Nekoneč ny Šum - Doudlevecká 18, Plzeň - Jižní Předměstí
è un locale di medie dimensioni dove si può ascoltare prevalentemente musica pop
ceca. Quindi, per gli amanti del genere, compreso il sottoscritto.
Birre servite: Gambrinus 10° - Pilsner Urquell 12°.
una tipica bellezza
locale
Inoltre, per gli amanti del genere, si segnala il locale notturno Pamela,
situato nel centro storico in via Husova n. 15.
Il club è diviso in due parti:
al 1° piano c’è un ampio locale con numerosi tavolini, sedie e poltrone, nonché
due bar ed una pista quadrata sulla quale si esibiscono splendide ragazze in
spogliarelli soft;
ai piani superiori, ai quali si accede pagando un piccolo contributo in denaro,
si trovano le stanze nelle quali vi attendono simpatiche ragazze che esercitano
uno dei lavori più antichi del mondo.
Tutto sommato l’ambiente è piacevole e ultra-frequentato da uomini e donne (il
1° piano naturalmente). Oltretutto il bar serve bevande alcoliche ed analcoliche
agli stessi prezzi di un qualsiasi locale del centro.